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Eventi

Dopo il buio: un racconto fotografico di rinascita

All’interno dell’evento Panchine Rosse organizzato dalla Fondazione Asilo Mariuccia il 30 novembre 2024, il progetto fotografico Dopo il buio ha offerto uno sguardo profondo e coinvolgente su un tema di grande rilevanza sociale.
La mostra, realizzata dal fotografo e copywriter milanese Stefano Battistelli, ha incorniciato la mattinata, che ha anche ospitato la premiazione del Premio Asilo Mariuccia 2024.

A cura della redazione di Fondazione Asilo Mariuccia

Storie di quotidianità e resilienza

Dopo il buio racconta, attraverso una serie di immagini evocative, la vita delle donne e dei bambini accolti dalla Fondazione Asilo Mariuccia. Lontano dalle narrazioni convenzionali, Battistelli ha scelto di concentrarsi sui gesti quotidiani che segnano il lento percorso verso la rinascita.
Le fotografie, realizzate con un approccio discreto e rispettoso, mostrano mani che lavorano, momenti di gioco, attimi di silenzio. I volti delle protagoniste e dei protagonisti sono volutamente esclusi, una scelta che tutela l’identità delle donne e dei loro bambini ma che al tempo stesso amplifica il valore universale delle loro storie.
Ogni immagine parla di un percorso di ricostruzione personale e collettiva.

Il ruolo della comunità

La mostra non si limita a documentare, ma accompagna lo spettatore in un viaggio che sottolinea il ruolo fondamentale della comunità e del supporto educativo. Le scene di vita quotidiana – un compleanno, un momento di studio, una cena condivisa – mostrano come la collaborazione tra educatori, operatori sociali e donne accolte possa trasformarsi in un’opportunità concreta per ripartire. Le fotografie sono arricchite dai testi dell’autore che raccontano il contesto e il lavoro svolto dalla Fondazione, rendendo l’esperienza espositiva ancora più completa. Il progetto punta a far emergere la forza delle relazioni e il valore di un ambiente sicuro per chi cerca di lasciarsi alle spalle un passato di violenza.

Un invito a guardare oltre

Dopo il buio è un progetto che va oltre la superficie delle immagini, raccontando la resilienza e la forza di chi sceglie di ricominciare. Tuttavia, il cuore pulsante di questa rinascita risiede in ciò che non si vede, perché come ci dice Stefano, “Se ci pensate bene è quello che resta fuori dall’inquadratura a rendere speciale una fotografia”.
È nel gesto non fotografato, nel sostegno silenzioso, che si cela il vero motore del cambiamento.

Proprio come una fotografia è definita anche da ciò che resta fuori dall’inquadratura, il percorso di ricostruzione delle donne e dei bambini accolti dalla Fondazione Asilo Mariuccia si fonda sul contributo spesso invisibile, ma fondamentale, della comunità. Ogni scatto, ogni storia, ogni passo avanti è reso possibile da una rete di persone che, con discrezione e dedizione, donano strumenti e speranza per ripartire.

Questa mostra non è solo un tributo al coraggio di chi affronta il proprio buio, ma un invito a riconoscere e sostenere chi, dietro le quinte, rende possibile la luce di una nuova vita.